POINT BREAK
Sulle rive di Cox’s Bazar si sta svolgendo una silenziosa rivoluzione. Armate di tavole da surf e determinazione, giovani ragazze stanno sfidando tradizioni secolari in una società che si aspetta che rimangano velate e relegate nell’ombra. In Bangladesh, dove rigidi ruoli di genere dominano la vita quotidiana, queste ragazze non stanno solo cavalcando le onde, ma stanno anche infrangendo pregiudizi radicati, stigma sociali e minacce di violenza. Per loro, il surf è più di uno sport: è un atto di ribellione, un’affermazione di libertà. Molte provengono da contesti di estrema povertà, dove il matrimonio precoce è spesso l’unica via di sopravvivenza. Ma in acqua, con la salsedine sulla pelle e il fragore dell’oceano nelle orecchie, trovano un senso di liberazione, per quanto fugace.
La resistenza è incessante. In una società patriarcale, una ragazza in muta da surf suscita indignazione. Gli anziani del villaggio e i gruppi conservatori vedono il surf come una violazione dei valori tradizionali e fanno pressione sulle famiglie affinché tengano le loro figlie lontane dalla spiaggia. Molti genitori, in difficoltà economiche, si trovano costretti a scegliere tra la sopravvivenza e i sogni delle proprie figlie, portando a matrimoni precoci che soffocano ogni aspirazione.
Le barriere economiche aggravano ulteriormente la loro lotta. Le tavole da surf sono costose e le opportunità di formazione scarse. Senza sponsor o supporto finanziario, molte ragazze sono costrette ad abbandonare la loro passione. Eppure, resistono.
Alcune organizzazioni forniscono attrezzature e formazione, offrendo loro un senso di appartenenza. Queste iniziative insegnano alle ragazze che sono capaci di molto più di quanto la società voglia far loro credere. Alcune hanno persino gareggiato a livello internazionale, dimostrando che il talento non conosce confini.























