CICATRICI INDELEBILI
Nel cuore dell'Afghanistan, dove le ferite di oltre 40 anni di conflitti non si sono mai
rimarginate e gli echi delle bombe riecheggiano tra le montagne, si diffonde silenziosamente un'epidemia che spesso passa inosservata: la tossicodipendenza. All'interno delle mura dell' “Ibn Sina Drug Addiction Treatment Hospital”, il più grande centro di riabilitazione per tossicodipendenti di Kabul, un gruppo di individui cerca conforto e trattamento per la propria dipendenza dalla droga.
Le Nazioni Unite riportano che l'Afghanistan ospita quasi quattro milioni di consumatori di droga, che rappresentano quasi il 10% dell'intera popolazione. Quando erano al potere dal 1996 al 2001, i fondamentalisti avevano vietato la coltivazione del papavero.
Tuttavia, l'intervento delle forze guidate dagli Stati Uniti nel 2001 ha portato alla rinascita della produzione di oppio. I talebani ora affermano di voler fermare l'uso di sostanze narcotiche.
Ci sono quattromila anime ospedalizzate qui, che provengono da ogni ceto sociale, le cui storie sono diverse quanto la nazione stessa. Alcuni sono vittime delle dure realtà della guerra, utilizzando principalmente eroina e metanfetamine per alleviare il dolore della perdita e del trauma.
Altri sono caduti preda all'eccitazione della fuga, cercando un sollievo temporaneo dalle difficoltà implacabili della povertà e dell'incertezza.
Nonostante lo stigma associato all'addizione nella società afghana, questi individui trovano rifugio tra le mura dell'ospedale.
Qui, non vengono giudicati per le loro lotte, ma piuttosto accolti e ascoltati con compassione e comprensione da professionisti sanitari dedicati al loro recupero. All'interno di questo microcosmo di speranza in mezzo alla disperazione, si formano legami tra i pazienti mentre affrontano insieme il difficile viaggio verso la sobrietà.
In mezzo al caos che li circonda, trovano momenti di chiarezza e connessione, supportandosi a vicenda attraverso i tempi più bui. Tuttavia, la strada verso il recupero è piena di ostacoli. Le risorse sono scarse, e lo spettro della ricaduta è grande. Nonostante queste sfide, però, gli afghani dipendenti perseverano, alimentati da un barlume di speranza per un domani migliore e dal sostegno incrollabile di coloro che stanno al loro fianco nella loro lotta per la redenzione.